Corso di Gestione dei Progetti Europei

 

COSA OFFRE

Il Corso è diretto al miglioramento nella Gestione dei progetti comunitari da parte dei soggetti attuatori. L’obiettivo è permettere agli allievi di risolvere le problematiche più comuni che si pongono nella fase attuativa di un progetto: dalla gestione del partenariato agli scostamenti di bilancio, dalla rendicontazione alle dinamiche legali e contrattuali e ai rapporti con l’ufficio della Commissione referente. 
Il metodo didattico prevede l’impiego simultaneo di strumenti tradizionali e di dispositivi multimediali dello stesso tipo di quelli utilizzati nell’attività di gestione e rendicontazione reale, con simulazioni guidate delle dinamiche progettuali. Le lezioni in aula vengono condotte da docenti con esperienza pluriennale di gestione progettuale nei settori di competenza, e le rispettive capacità didattiche sono state ampiamente collaudate nell’ambito della programmazione formativa proposta dal Centro VIU. 


PROGRAMMA

Modulo 1 – La gestione strategica di progetto
Quando: 1 dicembre 2014 (ore 11-18)
Parleremo di: Elementi di Project Cycle Management – Strutture, strumenti e tecniche di programmazione e gestione delle attività – Coordinamento del progetto – Partnership agreement e gestione del partenariato – Processi e strumenti di comunicazione interna ed esterna

Modulo 2 – Il monitoraggio e la valutazione in itinere dei progetti
Quando: 2 dicembre (ore 9,30-18) e 3 dicembre 2014 (ore 9,30-13)
Parleremo di: Contrattazione con la Commissione europea – Raccolta dati in preparazione dei report intermedio e finale – Modalità e strumenti di comunicazione con la Commissione – Valutazione dei progetti – Soluzioni organizzative per la valutazione dei risultati e degli impatti – Definizione degli indicatori

Modulo 3 – Gestione del budget e rendicontazione
Quando: 3 dicembre (ore 14-18), 4 dicembre (ore 9,30-18), 5 dicembre (ore 9,30-17)
Parleremo di: Flussi finanziari – Ammissibilità delle spese – Tecniche di rendicontazione – Piste di controllo e archiviazione della documentazione – Gestione degli scostamenti dal bilancio preventivo – Redistribuzione del contributo comunitario – Audit e certificazione delle spese – Sistemi di controllo e autorità deputate – Attività di controllo di primo livello (on the desk e on the spot) – Attività di controllo di secondo livello


QUOTE DI ISCRIZIONE

La quota per l’iscrizione al Corso completo è di € 1.000 + IVA.
E’ possibile anche l’iscrizione al solo 
modulo 3. La quota in questo caso è di € 900 + IVA.

È previsto uno sconto del 20% su ogni quota in caso di:

  • ex allievi del Centro di Formazione in Europrogettazione

  • allievi che si iscrivano contemporaneamente anche al Master in Europrogettazione

Tutte le quote comprendono il materiale didattico (fornito sia su supporto cartaceo che su chiavetta USB), i coffee breaks e i pranzi di mezzogiorno.

I termini e le modalità per effettuare l’iscrizione sono illustrate all’interno della scheda di iscrizione che va compilata direttamente on line

http://www.univiu.org/other-programs/europrojects/application

 

INFORMAZIONI E SEGRETERIA

Centro di Formazione in Europrogettazione
Venice International University
Isola di San Servolo – 30133 Venezia
tel. 041 2719566 / 041 2719564 – fax 041 8109966
email: centro.europrogettazione@univiu.org

NEW DEAL 4 EUROPE: FIRMA ANCHE TU!

L‘ iniziativa dei cittadini europei “New deal 4 Europe – Per un Piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione” parte con la raccolta firme online.Si tratta della prima iniziativa della campagna per un Piano straordinario europeo per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione, presentata il 24 marzo contemporaneamente a Roma, Bruxelles, Atene e Parigi, cui aderiscono Acli e Fai. Ora è possibile sottoscrivere online l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) che chiede alle istituzioni europee di andare oltre l’austerità e impegnarsi a rilanciare l’economia europea e l’occupazione attivando un piano europeo straordinario finanziato con risorse proprie provenienti dalla tassa sulle transazioni finanziarie e dalla carbon tax.  L’obiettivo del comitato europeo, presieduto da Fausto Durante e Philippe Grosjean e sostenuto da federalisti europei, da sindacati dei lavoratori, organizzazioni della società civile, sindaci di importanti città, personalità del mondo della cultura, è di raggiungere un milione di adesioni negli undici mesi che rimangono alla scadenza della raccolta delle firme prevista per il 7 marzo 2015. Al centro dell’iniziativa la richiesta di un piano di investimenti pubblici per fare uscire l’Europa dalla crisi tramite lo sviluppo della società della conoscenza e la creazione di nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani. 

 In sintesi, ricordiamo gli obiettivi principali: 

Programma straordinario di investimenti pubblici dell’Ue per la produzione e il finanziamento di beni pubblici europei (energie rinnovabili, ricerca, innovazione, reti infrastrutturali, agricoltura ecologica, protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale ecc.);

Fondo europeo straordinario di solidarietà per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani;

Incremento delle risorse proprie del bilancio europeo tramite una tassa sulle transazioni finanziarie e una carbon tax.

Promotori di questa azione, oltre all’AICCRE,  sono i Federalisti europei, i sindacati (in Italia Cgil, Cisl e Uil), le Associazioni della società civile (in Italia Acli-Fai, Aede, Altramente, Arci, Asege, Cesi, Cife, Cime, European Alternatives, Libera-Flare, Gfe, Legambiente, Libertà e Giustizia, Mfe), sindaci (Anci), personalità del mondo della cultura europea (con un Manifesto di sostegno).

L’AICCRE invita i propri associati a firmare, cliccando su:

 

https://ec.europa.eu/citizens-initiative/REQ-ECI-2014-000001/public/index.do?lang=it.

DIALOGO FRA LE DUE SPONDE – VITA DEMOCRATICA: EDUCAZIONE AL PLURALISMO

Si svolge il 23 e 24 ottobre a Bari, presso “Aula A. Moro” – Palazzo Pasquale Del Prete Università di Bari un importante confronto di approfondimento sulle tematiche del pluralismo democratico fondato sulla reciproca comprensione del patrimonio etnico, culturale, religiolinguistico dei Paesi delle due sponde dell’Adriatico promosso ed organizzata dall’Università di Bari Aldo Moro e dall’Istituto Rezzara di Vicenza.

Il convegno comincia giovedì 23 ottobre alle ore 15 e continua venerdì 24 ottobre con inizio alle ore 9.00, presso l’Aula Moro dell’Università di Bari, Dipartimento di Scienze politiche, in Piazza Cesare Battisti n.1.

Partecipano relatori, docenti, giornalisti, scrittori ed esperti provenienti da Macedonia, Albania, Montenegro, Serbia, Slovenia con l’obiettivo di favorire una riflessione sul ruolo delle istituzioni e sullo “stato di salute” della democrazia, colpita da una dilagante e profonda sfiducia dei cittadini.

Ad aprire i lavori Antonio Uricchio – Rettore Università A.Moro di Bari, Nichi Vendola – Presidente della Regione Puglia, Francesco Cacucci – Arcivescovo di Bari-Bitonto, Kamel Layachi – Iman, responsabile del Dipartimento dialogo interreligioso e formazione CRI, Levion Lako – Direttore Min. Beni Culturali d’Albania, Flavia Chirianni – Dirigente Regione Puglia.

Giuseppe Dal Ferro, Direttore Istituto Rezzara di Vicenza presiede la I sessione con una relazione introduttiva di Biagio De Giovanni – Università L’Orientale di Napoli su Democrazia ed Europa. Di seguito il confronto di esperienze su Democrazia e pluralismo nei Balcani, in Italia e in Europa con gli interventi di Mariangela Biancofiore – Centro multi-informativo italiano, Macedonia, Ketrina Çabiri –  Università europea di Tirana, Vesna Kilibarda – già ministro della cultura, Montenegro, Marina Lalović  – giornalista, Serbia,Stefano Lusa – Radio Capodistria, Slovenia, Sanja Roic – Università di Zagabria, Ina K. Zhupa – Università europea di Tirana.

Il 24 ottobre sotto la presidenza di Ennio Triggiani  – Università A. Moro di Bari la II sessione si apre con una relazione di Pasquale Guaragnella – Università A. Moro di Bari, Percorsi di formazione della persona europea, e a seguire gli interventi di Ugo Villani –Università A. Moro di BariDiritti delle persone e pluralismo culturale, Kati Kozara – Albanian Center for Human Rights – ACHR, Diritti e modelli sociali, Paolo Cavana – Università LUISS di Roma, Spazio pubblico delle religioni, Franco Botta – Università A. Moro di Bari, Prossimità come valore, Diana Chűli – scrittrice, Ruolo della donna, Semso Osmanovic – Università, Trieste, responsabile del coordinamento adriatico, Relazioni diplomatiche tra i Paesi delle due sponde, Giovanna Scianatico – Università A. Moro di Bari,  Lingue e diritti umani, Susanna Cafaro – Università del Salento, Cooperazione euro-mediterranea, Franco Cassano – Università A. Moro di Bari.

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI A:

Europe Direct Puglia, in Via Giuseppe Suppa, 9 a BARI, telefono 080 5717707

mail : info@europedirectpuglia.eu  

o contattando la dott.ssa M. Irene Paolino 349 4756412.

 

Strumento di partenariato (SP)

Police Mission in Afghanistan

Che cos’è?

L’obiettivo generale è promuovere gli interessi dell’UE  sostenendo la dimensione esterna delle politiche interne come  la competitività, ricerca e innovazione, di migrazione, e affrontando le grandi sfide globali : sicurezza energetica, cambiamento climatico e ambiente. Con una dotazione finanziaria pari a € 954,76 milioni , lo strumento di partenariato sostituisce lo strumento di cooperazione con i paesi industrializzati e i territori ad alto reddito (ICI), che entrò in vigore nel 2007, e che è stato il principale veicolo di collaborazione dell’UE con i paesi sviluppati. L’UE ha inoltre sviluppato molti accordi con pesi partner ed economie emergenti (India, Cina e brasile) per affrontare questioni bilaterali e questioni di interesse globale.
In particolare, lo strumento di partenariato persegue i seguenti obiettivi:
• implementazione  della dimensione internazionale della strategia “Europa 2020″  supportando le strategie europee di cooperazione bilaterale, regionale e interregionale, nonché promuovendo il dialogo politico e lo sviluppo di approcci collettivi in risposta alle sfide di portata planetaria quali la sicurezza energetica, la lotta al cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente;
• miglioramento  dell’accesso al mercato e sviluppo degli scambi, investimenti e le opportunità per le imprese europee, in particolare per le PMI, attraverso una partnership economica, cooperazione commerciale e normativa;
• diffusione e ampliamento della visibilità dell’Unione e del suo ruolo sulla scena mondiale tramite una diplomazia pubblica, istruzione , la cooperazione accademica e le attività di sensibilizzazione per promuovere i valori e gli interessi dell’Unione.

Come ci si candida?

La Commissione Europea invita i possibili interessati a partecipare tramite calls for proposals (inviti a presentare proposte) o tramite call for tenders (bandi di gara per lavori, servizi e forniture).

Chi può partecipare?

Tutti i paesi dell’Unione europea e i Paesi  terzi, le regioni e i territori sono ammissibili alla cooperazione nell’ambito del presente strumento. Tuttavia, lo strumento di partenariato sostiene in primo luogo le misure  di cooperazione con i paesi sviluppati e in via di sviluppo che svolgono un ruolo sempre più importante nell’economia internazionale e nel commercio, nelle sedi multilaterali, nella governance mondiale e nell’affrontare sfide di portata mondiale,ed infine dove l’Unione ha interessi significativi.

Dove posso trovare ulteriori informazioni?

http://ec.europa.eu/dgs/fpi/index_en.htm

Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR)

ENRD Home

Che cos’è?

La politica di sviluppo rurale è uno dei punti di forza, nonché secondo pilastro della politica agricola comune (PAC). Questa riforma mira a rendere il settore agricolo e forestale più competitivo, a rafforzare i legami tra l’attività primaria e l’ambiente, migliorare la qualità della vita nelle zone rurali, promuovere la cooperazione, l’innovazione e la diversificazione dell’economia nelle comunità rurali. Al fine di garantire lo sviluppo sostenibile delle zone rurali, il secondo pilastro della PAC dovrà concentrarsi su sei priorità relative a:

  • trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo, forestale e nelle zone rurali;
  • miglioramento della redditività agricola, competitività di tutti i tipi di agricoltura in tutte le regioni, la promozione delle tecnologie agricole innovative e la gestione sostenibile delle foreste;
  • l’organizzazione della catena alimentare, compresa la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi in agricoltura;
  • preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi che sono legati al settore agricolo e forestale;
  • la promozione dell’efficienza delle risorse e del passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio nei settori agricoli, alimentari e forestali;
  • promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) è stato assegnato un totale di 85 miliardi di euro. Il FEASR intende contribuire alla strategia “Europa 2020” promuovendo lo sviluppo rurale sostenibile in tutta l’UE e integrandosi con gli altri strumenti della PAC, della politica di coesione e della politica comune per la pesca.
Nel nuovo periodo di programmazione, gli Stati membri dovranno spendere almeno il 30% dei fondi di sviluppo rurale che ricevono dal bilancio comunitario per specifiche misure relative all’agricoltura biologica, zone soggette a vincoli naturali, gestione del territorio e la lotta contro il cambiamento climatico. Per raggiungere gli obiettivi nelle sei aree prioritarie, gli Stati membri sono tenuti a definire programmi nazionali o regionali di sviluppo rurale che tengono conto delle priorità stabilite a livello europeo.

Come ci si candida?

Ogni Stato membro elabora un piano strategico nazionale conformemente agli orientamenti strategici che sono stati adottati dalla Comunità. Ogni Stato membro trasmette in seguito il proprio piano strategico nazionale alla Commissione prima di presentare i propri programmi di sviluppo rurale. Il piano strategico nazionale copre il periodo che intercorre tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2020, e comprende:

  • una valutazione della situazione economica, sociale e ambientale, e delle possibilità di sviluppo;
  • la strategia adottata per l’azione congiunta della Comunità e dello Stato membro, conformemente agli orientamenti strategici della Comunità;
  • le priorità tematiche e territoriali;
  • un elenco dei programmi di sviluppo rurale destinati ad attuare il piano strategico nazionale e la ripartizione delle risorse del FEASR tra i vari programmi;
  • i mezzi volti ad assicurare il coordinamento con gli altri strumenti della politica agricola comune, il FESR, il FSE, il FC, il Fondo europeo per la pesca e la Banca europea per gli investimenti;
  • eventualmente, l’importo della dotazione finanziaria destinata al raggiungimento dell’obiettivo «convergenza»;
  • la descrizione delle modalità di attuazione della rete rurale nazionale che raggruppa le organizzazioni e le amministrazioni operanti nel settore dello sviluppo rurale e l’importo destinato alla sua attuazione.
    I piani strategici nazionali sono attuati mediante programmi di sviluppo rurale.

Dove posso trovare ulteriori informazioni?

http://enrd.ec.europa.eu/enrd-static/policy-in-action/cap-towards-2020/rdp-programming-2014-2020/en/rdp-programming-2014-2020_en.html