a Bruxelles la giornata europea del consumatore 2013

Giornata europea del consumatore 2013 Bruxelles, 14 marzo 2013 Il 14 marzo avrà luogo a Bruxelles, presso il Comitato Economico e Sociale, la 15esima edizione della “Giornata europea del consumatore”. La conferenza annuale avrà come tema centrale la sicurezza dei prodotti e la sorveglianza del mercato. Per maggiori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.events-and-activities-consumer-day-2013-programme

UE araldo mondiale della lotta contro la povertà e dello sviluppo sostenibile

Mentre scade nel 2015 il termine per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), l’elaborazione di nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) è stata avviata alla Conferenza di Rio+20. Su questo sfondo la Commissione europea fa appello a un approccio comune che agisca su entrambi i fronti. Se da un lato gli OSM si sono rivelati un potente strumento di mobilitazione mondiale nella lotta contro la povertà, eliminare la povertà rimane comunque un imperativo, come pure contrastare i cambiamenti climatici, la scarsità delle risorse, il degrado ambientale e la disuguaglianza sociale. Eliminazione della povertà e sviluppo sostenibile sono infatti due sfide mondiali interconnesse. Partendo da questa evidenza, la comunicazione “Un’esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile”, presentata il 27 febbraio dalla Commissione europea, propone un quadro globale per affrontare entrambe contemporaneamente. L’intento della Commissione è raggiungere una posizione comune in seno all’Unione che andrà ad alimentare il dibattito in sede ONU e nel resto del mondo. Per garantire a tutti un’esistenza dignitosa, i nuovi obiettivi dovranno stabilire un livello di vita minimo al di sotto del quale nessuno – uomo, donna o bambino – dovrà più trovarsi alle soglie del 2030. È essenziale che il nuovo quadro abbracci una serie di tematiche cruciali – standard di vita essenziali, motori della crescita inclusiva e sostenibile, gestione sostenibile delle risorse naturali, equità, uguaglianza, giustizia, pace, sicurezza – e che si applichi a tutti i paesi, che tenga conto di tutte le categorie di cittadini e che garantisca un partenariato reale tra Stati, società civile e settore privato, tanto in ambito nazionale che internazionale. Fonte: Rapid Press Release, 27 febbraio 2013

Quadro di valutazione del mercato interno: l’edizione del quindicesimo anniversario è da record!

Nonostante i tempi difficili, dal quadro di valutazione del mercato interno pubblicato il 19 febbraio dalla Commissione europea risulta che gli Stati membri hanno dato la loro miglior prova nel recepire le norme UE nel diritto interno. Il mercato unico svolge un ruolo fondamentale per portare l’Europa fuori dalla stagnazione economica, ma non comporta automaticamente benefici: la tempestività di recepimento della legislazione è condizione necessaria per conseguire gli obiettivi indicati nelle direttive. Il deficit medio di recepimento nell’UE – ossia la percentuale delle direttive in materia di mercato interno non recepite in tempo negli ordinamenti nazionali – è diminuito dal 6,3% nel 1997 al livello record dello 0,6%, ossia al di sotto dell’obiettivo dell’1% convenuto dai capi di Stato o di governo europei nel 2007 e molto vicino allo 0,5% proposto nell’Atto per il mercato unico dell’aprile 2011. In questa edizione i risultati migliori sono stati ottenuti da Irlanda, Malta, Estonia e Svezia, che sono riuscite a recepire il più alto numero di direttive. Gli Stati membri sono inoltre riusciti a ridurre il numero complessivo delle direttive recepite in modo non corretto (il deficit di conformità si è ulteriormente ridotto dallo 0,7% allo 0,6%). È tuttavia aumentato il numero di direttive per cui il ritardo di recepimento è di 2 anni o più. Per quanto riguarda l’applicazione del diritto UE, il numero di infrazioni continua a diminuire, molto probabilmente grazie all’introduzione di dispositivi di soluzione dei problemi di mancata conformità al diritto UE in una fase precedente della procedura. Rispetto al novembre 2007, il numero dei procedimenti di infrazione aperti è diminuito del 38%. Il numero più elevato di procedimenti d’infrazione avviati dalla Commissione riguarda l’Italia, seguita dalla Spagna e dalla Grecia. La maggioranza dei casi continua a riguardare la fiscalità e l’ambiente. Tenendo conto di tutti gli indicatori relativi all’attuazione, gli Stati che vantano i migliori risultati complessivi sono la Romania, l’Estonia, Cipro, la Repubblica ceca e la Lituania. Fonte: Rapid Press Release, 19 febbraio 2013

Cittadinanza europea: i cittadini europei sono sempre più consapevoli dei diritti che l’UE garantisce ma ne vogliono sapere di più

Una nuova indagine Eurobarometro, pubblicata il 19 febbraio dalla Commissione europea, rivela che, a vent’anni dall’introduzione della cittadinanza dell’UE, gli europei hanno ampia cognizione dell’esistenza dei diritti ad essa legati, ma non sempre sanno cosa implicano. L’81% degli intervistati sa di essere cittadino dell’UE, oltre ad esserlo del proprio paese, ma solo il 36% ritiene di essere ben informato sui diritti che derivano da questa condizione. La maggioranza degli europei conosce i propri diritti in fatto di libera circolazione (88%) epetizione presso le istituzioni unionali (89%), mentre i due terzi (67%) pensano che la libera circolazione delle persone all’interno dell’UE sia vantaggiosa per il proprio paese dal punto di visto economico. L’indagine è pubblicata in concomitanza con l’udienza congiunta del Parlamento europeo e della Commissione per discutere i diritti europei. La discussione fornirà materia per la prossima relazione della Commissione sulla cittadinanza dell’UE, che intende affrontare gli ostacoli incontrati dai cittadini nell’esercizio dei loro diritti. La relazione, prevista per l’8 maggio, oltre a delineare una serie di iniziative tese a concretizzare questi diritti, nell’ambito dell’Anno europeo dei cittadini 2013, traccerà il bilancio delle 25 azioni annunciate nella prima relazione sulla cittadinanza dell’UE del 2010 e riferirà in merito agli ostacoli sormontati negli ultimi tre anni. Fonte: Rapid Press Release, 19 febbraio 2013

Investimenti sociali: la Commissione sollecita gli Stati membri a concentrarsi sulla crescita e sulla coesione sociale

La Commissione ha esortato gli Stati membri a porre in cima alle priorità gli investimenti sociali e a modernizzare i propri sistemi di protezione sociale. Ciò implica strategie di integrazione attiva più performanti e un uso più efficiente ed efficace delle risorse destinate al sociale. Tale invito è esposto in una comunicazione sugli Investimenti sociali finalizzati alla crescita e alla coesione appena adottata dalla Commissione. La comunicazione fornisce inoltre orientamenti agli Stati membri su come utilizzare al meglio il sostegno finanziario dell’UE, in particolare quello offerto dal Fondo sociale europeo, per realizzare gli obiettivi prospettati. La Commissione effettuerà un attento monitoraggio del funzionamento dei sistemi di protezione sociale dei singoli Stati membri nel contesto del semestre europeo e formulerà all’occorrenza raccomandazioni specifiche ad uso dei paesi interessati. Il pacchetto Investimenti sociali offre agli Stati membri orientamenti per perseguire politiche sociali più efficienti ed efficaci in risposta alle problematiche attuali, che comprendono gravi difficoltà finanziarie, aumento della povertà e dell’esclusione sociale, nonché livelli record di disoccupazione, in particolare tra i giovani. Esso vuole: – Garantire che i sistemi di protezione sociale soddisfino i bisogni delle persone nei momenti critici della loro vita. È necessario fare di più per ridurre il rischio di disgregazione sociale ed evitare in tal modo una spesa sociale più elevata in futuro. – Semplificare le politiche sociali e concentrarle sugli effettivi destinatari in modo da fornire sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili. Alcuni paesi riportano risultati migliori per la società rispetto ad altri Stati pur disponendo di risorse simili o inferiori, il che dimostra che esistono i margini per una spesa più efficiente in interventi sociali. – Perfezionare le strategie di inclusione attiva negli Stati membri. Cura dell’infanzia e istruzione sostenibili e qualitativamente valide, prevenzione dell’abbandono scolastico, formazione e aiuto nella ricerca del lavoro, facilitazioni in fatto di alloggio e accessibilità dell’assistenza medica sono tutti settori di intervento con forti caratteristiche di investimento sociale. Fonte: Rapid Press Release, 20 febbraio 2013