Marsiglia e Košice: Capitali europee della cultura 2013

Le città di Marsiglia (Francia) e di Košice (Slovacchia) sono le Capitali europee della cultura 2013. Il programma culturale inizierà ufficialmente il 12 gennaio a Marsiglia e il 19 gennaio a Košice. Marsiglia-Provenza 2013 verrà inaugurata il 12 e 13 gennaio 2013 con quattro eventi celebrativi: una cerimonia pubblica di apertura a Marsiglia, cui parteciperà il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, l’inaugurazione di una mostra d’arte contemporanea a Aix-en-Provence, una caccia al tesoro a Marsiglia-Provenza e uno spettacolo di fuochi d’artificio ad Arles per chiudere il fine settimana inaugurale. Le celebrazioni a Košice inizieranno, con la partecipazione della commissaria Vassiliou, il 19 e 20 gennaio in varie località della città tra cui il teatro di Stato, la Steel Arena, il Podium e vari club, ristoranti e centri culturali. “Košice 2013 – Capitale europea della cultura” metterà in luce il ruolo della città come antico crocevia degli scambi Est-Ovest. Nell’autunno 2012 la Commissione europea ha assegnato il premio Melina Mercouri (del valore di 1,5 milioni di euro) alle due Capitali 2013 come riconoscimento della qualità dei preparativi e per consentire loro di mantenere gli impegni assunti in sede di selezione.

Fonte: Rapid Press Release, 1 gennaio 2013

Al via i nuovi centri Europe Direct per informare gli italiani su diritti e opportunità UE

Per trovare una risposta a tutte le domande sull’UE e le materie di sua competenza, dal 7 gennaio ci si puó rivolgere a uno dei 48 nuovi centri d’informazione Europe Direct in Italia, selezionati e cofinanziati dall’Unione europea in concomitanza anche con l’inizio del 2013, l’Anno europeo dei cittadini, durante il quale il dialogo sul futuro dell’Europa assumerà una posizione sempre più centrale. I 48 centri selezionati in Italia permetteranno a cittadini, società civile, imprese e istituzioni di ottenere informazioni complete e consigli pratici “a portata di mano” sui diritti sanciti dalla legislazione europea nonché sulle opportunità che derivano dalla partecipazione all’Unione europea. Il bando per il nuovo periodo ha visto una partecipazione da record. Infatti, l’Italia è risultata il Paese europeo con il più alto numero di candidature – ben 170. Questo grande interesse corrisponde all’esigenza sempre più spiccata degli italiani di saperne di più sui propri diritti: secondo l’ultimo Eurobarometro, il 67 % di essi desidera infatti avere maggiori informazioni. Inoltre la nuova rete giunge in un momento cruciale in cui, secondo le recenti rilevazioni di Eurobarometro e ISPO, emerge un crescente disincanto degli italiani rispetto alle istituzioni UE, complice anche il protrarsi della crisi sociale ed economica. La nuova selezione assicura una capillare copertura del territorio nazionale, grazie alla presenza di almeno un centro Europe Direct in ciascuna Regione italiana e nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Particolare attenzione è dedicata al Meridione, dove Regioni come la Sicilia e la Campania (4 centri ciascuna) nonché la Puglia e la Calabria (3 centri) hanno il maggior numero di uffici Europe Direct.

<p style=”text-align: justify”>Il grande numero di IN BREVE DAI TERRITORI UE EVENTI
proposte ha comportato una forte competizione e una serrata selezione, garantendo un’alta qualità dei servizi. D’altro canto, si è optato per un equilibrio tra continuità e rinnovamento (rispettivamente il 70% e il 30%), in linea con la media degli altri Paesi dell’UE. Una caratteristica peculiare e costante del quadro italiano è l’eterogeneità degli enti ospitanti: si va infatti dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali (Formez, Regioni, Province, Comuni piccoli e medi alle associazioni del terzo settore e agli atenei. I 48 centri italiani faranno parte degli oltre 500 punti presenti nei prossimi 5 anni nei 27 Paesi UE ed in Croazia. La rete di centri di informazione Europe Direct è costituita da uffici che si occupano di comunicazione, forniscono risorse e organizzano eventi. Il loro personale qualificato fornisce informazioni generali sull’UE (eventi di sensibilizzazione, siti web, pubblicazioni, contatti con i media locali) e risponde alle domande dei cittadini in prima persona, al telefono o via e-mail.

<p style=”text-align: justify”>Fonte: Rappresentanza della Commissione europea in Italia, 7 gennaio 2013

Agenda Digitale: un anno ricco di impegni

L’Agenda digitale sta entrando nel suo terzo anno e ha già fatto progressi verso gli obiettivi di far sì che tutti i cittadini dell’UE usino internet e di aiutare i cittadini e le aziende dell’Europa a trarre i maggiori vantaggi dalle tecnologie digitali. Da quando è stata lanciata l’agenda 15 milioni di europei si sono connessi per la prima volta e oggi il 68 % degli europei è regolarmente online, con 170 milioni sui social network. Inoltre, la banda larga è disponibile quasi ovunque in Europa e il 95 % degli europei ha accesso a una connessione a banda larga fissa. I consumatori e le aziende hanno anche la flessibilità dell’Internet mobile con 217 milioni di contratti di banda larga mobile in tutta Europa. C’è ancora da fare però. Adesso la lista digitale di cose da fare ha fissato le priorità per quest’anno e il prossimo. Sono state delineate sette nuove priorità dalla Commissione europea per l’economia e la società digitale. Queste priorità fanno seguito a un approfondito esame delle politiche e mettono nuova enfasi sugli elementi più trasformativi dell’Agenda digitale originale per l’Europa 2010. Questo aggiornamento prevede un aumento del prodotto interno lordo (PIL) europeo del 5 %, o 1 500 euro a persona, nei prossimi 8 anni. Questo sarà raggiunto aumentando gli investimenti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), migliorando i livelli di abilità eSkills nella forza lavoro, permettendo l’innovazione del settore pubblico e riformando le condizioni quadro per l’economia di Internet. La priorità assoluta della Commissione europea è creare un ambiente normativo della banda larga nuovo e stabile. Un pacchetto di 10 azioni comprenderà raccomandazioni su un accesso alla rete più solido e non discriminatorio e una nuova metodologia di calcolo dei costi per l’accesso all’ingrosso a reti a banda larga, una neutralità netta, un servizio universale e meccanismi per ridurre i costi di ingegneria civile del lancio della banda larga. Questo si baserà sulle nuove Linee guida per gli aiuti di stato per la banda larga e i prestiti del Meccanismo per collegare l’Europa. In seguito la Commissione vuole creare una nuova infrastruttura di servizio digitale pubblico per velocizzare il lancio dei servizi digitali. Solo l’eProcurement dovrebbe far risparmiare 100 miliardi di euro l’anno e l’eGovernment può ridurre i costi di amministrazione del 15-20 %. Ci saranno vantaggi anche per le competenze e i posti di lavoro con il lancio di una grande coalizione tra il settore pubblico e quello privato, con lo scopo di contribuire a evitare che un milione di posti di lavoro nelle TIC rimangano vacanti entro il 2015 a causa della mancanza di personale qualificato. Anche una strategia UE sulla sicurezza cibernetica è in agenda e l’UE spera di poter offrire l’ambiente digitale online più sicuro al mondo. Un aggiornamento del quadro dell’UE in materia di diritti d’autore è anch’esso un settore chiave per raggiungere il mercato unico digitale. Inoltre, la Commissione ha deciso di lanciare azioni pilota nel Partenariato europeo per il cloud computing, per sfruttare il potere d’acquisto pubblico e contribuire a creare il più grande mercato TIC su cloud al mondo, smantellando le attuali resistenze nazionali e la percezione negativa dei consumatori. Infine, il lancio di una nuova strategia industriale nel campo dell’elettronica dovrebbe aumentare la quota dell’Europa nel mercato globale di micro e nano elettronica.

Fonte: Dipartimento Politiche Europee dellea Presidenza del Consiglio dei Ministri, 9 gennaio 2013

Sprigionare le potenzialità imprenditoriali dell’Europa per ripristinare la crescita

Sprigionare le potenzialità imprenditoriali dell’Europa per ripristinare la crescita Per riprendere il cammino della crescita e tornare a livelli più elevati di occupazione, l’Europa ha bisogno di un maggior numero di imprenditori. Le nuove imprese, soprattutto quelle piccole e medie (PMI), rappresentano la principale fonte di nuova occupazione in Europa (quattro milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno). Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, ha quindi presentato l’8 gennaio un piano d’azione destinato a sostenere gli imprenditori e a rivoluzionare la cultura imprenditoriale in Europa. Il piano sottolinea il ruolo fondamentale dell’istruzione e della formazione per far crescere nuove generazioni di imprenditori e prevede misure specifiche a sostegno degli imprenditori in erba tra i giovani, le donne, gli anziani, i migranti e i disoccupati. Con tassi elevati di disoccupazione, l’Unione europea dispone di un ampio bacino di risorse umane inutilizzate, in particolare fra i giovani e le donne. Il piano affronta anche gli ostacoli che limitano l’imprenditorialità grazie all’introduzione di misure ambiziose per favorire le start-up e la creazione di nuove imprese, agevolare il trasferimento di imprese, migliorare l’accesso ai finanziamenti e dare una seconda opportunità agli imprenditori onesti dopo un fallimento di impresa. Il piano indica anche sei ambiti chiave in cui occorre intervenire per creare un ambiente favorevole alla crescita e alla prosperità delle imprese: Accesso ai finanziamenti: oltre al rafforzamento degli strumenti finanziari esistenti, la Commissione propone la creazione di un mercato europeo della microfinanza e la semplificazione della fiscalità per consentire alle PMI di ottenere finanziamenti mediante investimenti diretti privati. Sostegno nelle fasi cruciali del ciclo vitale dell’impresa: dal momento che circa il 50% delle imprese fallisce nel corso dei primi cinque anni, gli Stati membri devono destinare maggiori risorse per aiutare le nuove imprese a superare questo periodo difficile, grazie ad esempio alla formazione degli amministratori, al tutoraggio in tema di R&S, alla costituzione di reti con i pari e con i fornitori e clienti potenziali. Sprigionare le nuove opportunità imprenditoriali dell’età digitale: le PMI crescono a un ritmo da due a tre volte più celere quando adottano le TIC. Un maggiore sostegno alle start-up stabilite sul web e al rafforzamento delle competenze in questo campo può aiutare sia gli imprenditori digitali che le imprese più tradizionali. Agevolare il trasferimento di imprese: la Commissione propone di espandere i mercati per le imprese e di eliminare gli ostacoli ai trasferimenti transfrontalieri di imprese. Seconda opportunità per gli imprenditori onesti dopo un fallimento: la stragrande maggioranza (96%) delle bancarotte è dovuta ad una sequela di pagamenti tardivi o di altri problemi pratici. Il “secondo tentativo”, tuttavia, ha più successo. La Commissione ha quindi proposto di spostare l’attenzione dalla liquidazione verso una nuova impostazione che aiuti le imprese a superare le difficoltà finanziarie Semplificazione amministrativa: la Commissione continuerà a perseguire con determinazione la riduzione dell’onere normativo. La Commissione intende inoltre promuovere l’imprenditorialità fra gruppi specifici della popolazione quali le donne, gli anziani, i migranti ed i disoccupati.

Fonte: Rapid Press Release, 9 gennaio 2013

Ambiente: i cittadini europei auspicano un rafforzamento della politica unionale sulla qualità dell’aria

<p style=”text-align: justify”>Secondo i dati più recenti, la maggior parte degli europei (56%) ritiene che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi 10 anni. In Italia è di questa opinione addirittura l’81% degli intervistati, mentre a Cipro, in Francia, in Grecia, in Ungheria, in Romania e in Spagna la percentuale si attesta tra il 70 e il 75%: sono i risultati di un’indagine Eurobarometro intitolata “La posizione degli europei riguardo alla qualità dell’aria”, dalla quale emerge un forte sostegno per un potenziamento degli interventi su questo fronte a livello unionale. Quasi quattro intervistati su cinque ritengono che l’Unione europea debba proporre ulteriori misure per combattere l’inquinamento atmosferico. Nell’ambito dell’indagine è stato chiesto espressamente agli intervistati se fossero a conoscenza delle norme unionali sulla qualità dell’aria e dei limiti nazionali di emissione; tra coloro che conoscono tali strumenti (il 25% in entrambi i casi), oltre la metà (rispettivamente il 58 e il 51%) è favorevole a un loro potenziamento. La Commissione utilizzerà i risultati dell’indagine nella revisione della politica dell’UE in materia di qualità dell’aria, attualmente in corso, che dovrebbe essere ultimata nella seconda metà del 2013. L’indagine evidenzia un’insoddisfazione diffusa nei confronti degli interventi in atto per affrontare i problemi connessi alla qualità dell’aria: sette europei su dieci non ritengono adeguati gli sforzi fatti dalle autorità pubbliche per migliorare la qualità dell’aria. Emerge inoltre dall’indagine che il livello di informazione sulla qualità dell’aria è generalmente ritenuto insufficiente: quasi sei europei su dieci non si sentono adeguatamente informati al riguardo. Dovendo indicare il modo più efficace per contrastare l’inquinamento atmosferico, il 43% degli intervistati suggerisce di rafforzare i controlli sulle emissioni dell’industria e del settore energetico. Le emissioni dei veicoli, del settore industriale e dei trasporti internazionali sono considerate le maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. Sette intervistati su dieci ritengono che le fonti energetiche rinnovabili debbano essere considerate la principale opzione energetica per il futuro. Circa l’85% dei cittadini europei concorda con il principio “chi inquina paga”, in base al quale coloro che inquinano devono sostenere i costi delle ripercussioni negative, determinate dalle loro scelte, sulla salute e sull’ambiente. Dovendo suggerire comportamenti individuali in grado di determinare un miglioramento della qualità dell’aria, la maggioranza degli intervistati (il 63%) ha indicato la riduzione dell’uso dell’automobile e (il 54%) la sostituzione delle apparecchiature vecchie che consumano energia con modelli più efficienti come gli interventi più importanti da intraprendere a livello personale.

<p style=”text-align: justify”>Fonte: Rapid Press Release, 8 gennaio 2013 Sprigionare