La politica agricola dell’UE, nota come politica agricola comune, si prefigge di garantire agli agricoltori un tenore di vita decente e agli europei prodotti alimentari in quantità sufficienti e a prezzi accessibili.
A seguito dell’accordo raggiunto in data 4 luglio 2013 in Commissione, alcune regole cambieranno da gennaio 2014. Per esempio, per ottenere un sostegno al reddito, gli agricoltori dovranno adottare pratiche sostenibili per promuovere la qualità del suolo, favorire la biodiversità, diversificare le colture e mantenere pascoli sani.
Inoltre, con la riforma la distribuzione dei fondi sarà più equa: entro il 2019 nessun paese membro dovrebbe ricevere meno del 75% della media UE.
I leader politici hanno approvato anche modifiche per aiutare i giovani agricoltori. Attualmente, il 30% dei 12 milioni di agricoltori ha più di 65 anni, mentre solo il 6% ne ha meno di 35.
Per i primi cinque anni di attività i nuovi agricoltori riceveranno il 25% in più rispetto agli aiuti esistenti.
Le nuove regole andranno a rafforzare la posizione di negoziazione degli agricoltori in determinati settori: le organizzazioni di categoria potranno infatti concludere accordi di vendita per loro conto.
La riforma entrerà in vigore a gennaio 2014. Gli ultimi punti saranno definiti nel corso dei negoziati sul bilancio UE 2014-2020.
Nell’Unione europea sono circa 12 milioni gli agricoltori a tempo pieno. Insieme, l’agricoltura e il settore agro-alimentare rappresentano il 6% del PIL dell’UE e danno lavoro a 46 milioni di persone.
Fonte: Commissione europea, 4 luglio 2013
L’UE si lancia verso il futuro: 22 miliardi destinati alla ricerca e all’innovazione
Il 10 luglio 2013 la Commissione ha annunciato l’intenzione di attuare un massiccio piano di investimenti che, grazie al supporto economico degli Stati membri e dell’industria europea, destinerà 22 miliardi di euro allo sviluppo dei settori dell’innovazione e della ricerca.
Nell’arco dei prossimi sette anni, i finanziamenti verranno principalmente destinati a 5 partenariati pubblico-privato denominati anche “Iniziative tecnologiche congiunte” (ITC), che interesseranno i campi dell’industria farmaceutica, dell’aeronautica, dell’energia, della biotecnologia e dell’elettronica. L’obiettivo? Rinvigorire la competitività del mercato unico dando slancio ai settori lavorativi in grado di creare sia occupazione che soluzioni pratiche ai problemi sorti con la crisi finanziaria.
L’iniziativa economica non è intesa a migliorare unicamente la dinamicità del mercato unico. La Commissaria per l’innovazione e la scienza Geoghegan-Quinn sottolinea come il piano di investimenti apporterà anche enormi benefici alla qualità della vita del singolo cittadino europeo. Per fare alcuni esempi, il partenariato “Medicinali Innovativi 2” promuoverà lo sviluppo di terapie e medicinali di ultima generazione, tra cui nuovi antibiotici e vaccini; lo sfruttamento energetico verrebbe sensibilmente ottimizzato grazie alle soluzioni messe a punto dal partenariato “celle a combustibile e idrogeno 2”, inteso ad estendere l’uso di tecnologie pulite, ridurre l’inquinamento ambientale e aumentare l’efficienza della produzione industriale.
Il pacchetto contiene inoltre quattro partenariati pubblico-pubblico tra la Commissione europea e gli Stati membri, finalizzati a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Le iniziative in questione mirano a garantire trattamenti nuovi e più efficienti contro le malattie legate alla povertà, mettere a punto tecnologie per la misurazione della competitività industriale, fornire sostegno alle PMI ad alta tecnologia e offrire servizi di assistenza sociale per consentire ad anziani e disabili di vivere in condizioni di sicurezza all’interno delle loro abitazioni.
Nel complesso, le misure contenute nelle ITC interessano sia il mercato che la società dell’UE. Leiniziative tecnologiche congiunte non mirano solo a contrastare gli effetti della crisi finanziaria, ma anche ad attenuare le drammatiche conseguenze che essa ha sortito in molti settori della società europea.
Fonte: Rappresentanza Commissione europea, 10 luglio 2013
La Lituania alla guida dell’Unione europea per i prossimi sei mesi
Si è aperto il 1° luglio il semestre di Presidenza della Lituania in concomitanza con l’approvazione del bilancio UE 2014-2020. Per la Lituania la prima esperienza alla guida dell’Unione. Il passaggio di consegne è avvenuto con il governo irlandese che ha guidato l’UE nel semestre appena terminato.
Mai come in questo periodo servirà una guida capace di sostenere l’Europa ad uscire dalla fase di recessione economica. La strategia per prossimi sei mesi è riassunta nello slogan “Un’Europa credibile, aperta e in crescita”.
Incrementare la credibilità economica dell’Europa, significa raggiungere la stabilità finanziaria; obiettivo che la Lituania intende raggiungere, iniziando a sanare le finanze pubbliche passando dalle riforme da apportare all’unione bancaria e ai mercati finanziari. Priorità alta sarà data anche al rafforzamento della cooperazione all’interno dell’unione economica e monetaria.
Un’Europa più aperta, può scaturire da una migliore e più stretta integrazione fra l’UE e i paesi confinanti ad oriente, oltre che dagli accordi di libero scambio con partner come gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada
Infine, per la crescita economica e l’occupazione, la presidenza lituana intende sfruttare al meglio il potenziale che il mercato unico offre per rilanciare la crescita e l’occupazione, garantendo che tutti i beni e servizi pertinenti siano inclusi, fra cui anche l’energia e la ricerca.
Fonte: EuropaFormez, 5 luglio 2013
La Croazia è il 28° Stato membro dell’Unione Europea
Dal 1 luglio 2013 la Croazia è il ventottesimo Stato membro dell’Unione Europea dopo un lungo processo di negoziazione durato un decennio.
Nel corso dei negoziati di adesione, la Commissione Europea ha sollecitato la Croazia a riformare principalmente i settori della Giustizia, dei Diritti fondamentali e della Concorrenza di mercato.
Nel 2012 con il referendum di adesione all’UE, una percentuale vicina al 70% dei croati si è pronunciata a favore del Trattato di Adesione, ratificato successivamente dagli altri 27 Stati membri. Con una popolazione che si aggira sui 4,4 milioni di abitanti, in sede di Consiglio dell’UE la Croazia disporrà di 7 voti e in Parlamento europeo avrà diritto a 12 seggi.
Da adesso in avanti la Croazia ha un duplice obiettivo: l’ingresso nello Spazio Schengen e l’adozione dell’Euro, cosa che avverrà soltanto se l’economia del Paese rispetterà i criteri stabiliti in materia di inflazione, finanze pubbliche, stabilità dei tassi di cambio e tassi di interesse.
Fonte: EuropaFormez, 3 luglio 2013
Bilancio Ue 2014-2020: plenaria conferma accordo politico
Il Parlamento europeo ha dato parere favorevole sul compromesso raggiunto con il Consiglio sul bilancio UE a lungo termine (il cosiddetto quadro finanziario pluriennale), per il periodo 2014-2020. L’ammontare complessivo sarà pari a 960 miliardi di euro, ovvero una cifra inferiore a quella del periodo corrente 2007/2013 che è 994 miliardi, ma viene introdotta la possibilità di trasferire i fondi non utilizzati da un anno all’altro e fra le diverse categorie di spesa. Ciò renderà più semplice finanziare le politiche di ricerca e per l’occupazione giovanile, l’Erasmus e tutti i programmi di supporto per le piccole e medie imprese. Tale flessibilità è necessaria per garantire che ogni euro del bilancio sia speso dove è più necessario, soprattutto ora che i bilanci annuali diminuiranno.
Fonte: ansa.Europa, 3 luglio 2013